-La mia su
Paperi, il secondo numero-
Sapete
che amo i preamboli (senza un senso logico e su questo potrei parlarne, e si
Marco ci sto ragionando ancora sul cavallo sappilo!), e quindi vi tocca un
preambolo, secondo me, da lettore, esistono due tipi di scrittori, uno
scrittore che mette in fila frasi e pubblica e il grande scrittore che riesce a
far provare empatia verso la storia che sta leggendo!
Ho
finito il preambolo!
Ok
prima di parlare dello scrittore (che considero un amico e un collega su ciò che
viene chiamata Logica!), voglio parlare del pittore (avevate ancora dubbi su
questo?), ok, adoro giulio, davvero, riesce a disegnare un capolavoro su un
foglietto unto, ok, lo conosco da Noumeno, ho letto i primi due numeri e ho
pensato, “Mica male questo disegnatore!”, poi ho scoperto chi era, poi è
arrivato Paranoiæ, che è un capolavoro secondo me e mi sono detto, “Ok, ora
rimarrà su questo stile per un po’ per poi in un futuro evolversi fare altro!”,
poi esce Paper Ugo, e tutto che è esposto del mio corpo è caduto, quel genio di
giulio si è evoluto ancora, il suo dipingere è arrivato a livelli estremi, non
raggiungibili da tutti e quindi mi dico :”Ok ora la finisce e starà così con
questo stile per un po’, almeno una ventina d’anni!” ed ecco che arriva Paper
Paolo…. Ok, mi sanguinavano gli occhi per la bellezza dell’opera pittorica, qui
ormai non si parla più di fumetto, inteso come tale, è altro, è qualcosa di
superiore, è tutto ciò che chiedo (da lettore!) ad un disegnatore e lui da il
massimo, no, di più, da anche più del massimo, ci sono tavole che sono talmente
belle che fanno piangere per la contentezza, mettiamola così, prendi un fumetto
qualsiasi dagli anni settanta a oggi (e parlo di fumetto italiano!), lo si
prende e non si nota la differenza e poi tac, t’arriva Giulio e non hai parole,
non puoi averle, non ci sono parole, la sua evoluzione stilistica è eternamente
costante (basti pensare a svariati disegnatori internazionali che non hanno mai
cambiato il loro stile, Adams in primis!), la cosa che mi lascia basito e con
la mascella che va a farsi le ferie è che manca un numero alla fine della
trilogia dei Paperi, ho davvero paura di cosa riuscirà a fare Giulio nel
futuro…. Anche se è da molto tempo che dico che dovrebbe essere esposto nei
musei…..!
Parlare
bene di Giulio è facile, molto, i suoi dipinti sono grandiosi, nessuno dice di
no, ma come ben si sa per un “fumetto” ci vuole la storia anche, se no sono bei
disegni fini a se stessi!
E
qui parte il preambolo, scrivere è facile, tutti possono scrivere, mettere in
fila delle frasi non è difficile, direi che chiunque abbia affrontato un tema
lo sa!
Ecco
l’enorme differenza è una, lo scrivere è facile, l’essere uno scrittore è un
bel po’ più difficile! Ci sono pochissimi autori che sono riusciti a farmi
sentire in sintonia con il personaggio che sto leggendo, è successo con Paper
Ugo, anche perché si parla di me in modo molto intimistico (e mi sto ancora
chiedendo come ci sia riuscito!), non lo sono (e per fortuna!) con questo
secondo capitolo di questa trilogia, Marco, uno Scrittore che reputo mio amico
è riuscito a farmi sentire dentro ad una storia, questa di Paper Paolo, che è
una storia pesante, molto (tutti sanno di cosa parla, anche perché mannaggia a
Milano i fumetti che agogno arrivano un mese dopo circa!), è una storia pesante
si ma non visibile, si capisce ed è qui che parte il grande scrittore, non dice
nulla ma ti fa capire tutto (e le varie critiche stronze sono utili come la
carta igienica di carta vetro, dai, davvero? Non si capisce di cosa parla?
Davvero? Doveva mostrare tutto? Dai! Non fate morire la poesia terribile che
Marco ha scritto!), qui c’è la genialità dei due geniali fratelli, il non
narrare ma dirlo lo stesso, ci sono dipinti che spiegano più di mille parole di
ciò che è realmente Paper Paolo, lo fa capire inconsciamente, ci sono vignette
singole che nonostante non ci siano parole parlano di più di mille parole ed è
qui che c’è il genio, il non parlare ma farlo capire.
Lo
devo ammettere, la storia mi ha fatto partire la bile, e sono convinto che
Marco voleva questo scrivendo questa storia pesante, dura, distruttiva, voleva
scrivere questa determinata storia e voleva scriverla così, voleva scrivere il
male assoluto che non può redimersi, se in Paper Ugo ci si sente d’andare dal
povero papero a consolarlo (nessuno è mai venuto a consolarmi ma tant'è!) con
Paper Paolo si sente il bisogno fisico di prenderlo a calci in faccia, ed è qui
per la seconda volta che lo scrittore è geniale, crea un legame tra il lettore
e la storia, non si può non odiare quel Papero di merda, perché lo è, è il male
assoluto, non può redimersi, è sterco e basta e lo si odia, e si lo odio tanto,
tantissimo, davvero, mentre lo stavo leggendo sul mezzo pubblico che mi
riportava a casa stavo tremando per la rabbia,
ecco cos’è un genio!
Creare
un fumetto in una perfetta simbiosi tra fratelli gemelli, lo scritto grandioso
che diventa realtà visiva attraverso dei grandiosi quadri, questo non è un
fumetto, è qualcos'altro, magari i maniaci delle etichette inventeranno un
nomignolo cretino del tipo :”Paintstorytrueforever”, ma qui Marco e Giulio non
hanno creato un fumetto grandioso, hanno fatto di più, hanno parlato di una
cosa di cui non si parla mai abbastanza ma Marco lo ha fatto, e Giulio lo ha creato fisicamente, devo dire
grazie a questi due fratelli meravigliosi, mi hanno fatto incazzare, odiare, e
tipo un tremila di emozioni incazzati, quindi devo dirli grazie, e molto, anche
perché hanno veramente rivoluzionato il fumetto italiota che vive ancora negli anni
settanta… quindi grazie di cuore (da nerd e da lettore di fumetti!) Geniali
fratelli!
P.S.:
Arrivati a questo punto ho quasi paura di sapere di cosa parlerà il terzo e
ultimo capitolo dei Paperi ma chi sa perché, so di certo che sarà qualcosa di
grandioso e terribile… attendo!
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