“Il
fu Dresda”
“Eppure
in tutte le scienze,
seguendo
gli intenti propri a ciascuna,
noi
ci rapportiamo all’ente stesso.”
Lo
si capisce in fretta a dirla tutta, è una cosa naturale,
un’evoluzione, un qualcosa che rimane sopita per anni e che poi
esplode in tutta la sua folgorante novità, un qualcosa che c’era
sempre stata e aspettava la sua evoluzione naturale, la deflagrazione
finale che fa sì che da bambina si diventa donna!
Le
prime cotte finite prima del consumo di un cerino, i primi amori che
non erano amori, bisognava sperimentare, male, non mi sono mai
piaciuti veramente, era una finzione di facciata, non ho quasi mai
detto “Ti amo”, loro volevano ma io no, non era amore ma
facciata, una maschera del tutto inutile, una qualcosa che
“bisognava” farlo, ma che non sentivo mio, non lo mai sentito,
non mi piaceva, era come prendere la medicina che “fa tanto bene ma
fa schifo”, poi è arrivata Lei!
I
primi veri, sinceri, sentiti, rossori, il batticuore che non mi
lasciava mai, un ventiquattro ore al giorno di “quasi infarto” e
di farfalle nello stomaco, Lei, forse avevo provato per la prima
volta il sentimento dell’amore, ma Lei?
Lei
poteva provare minimamente provare ciò che provavo io?
Non
lo saprò mai, non si è mai concluso ma Lei mi ha fatto aprire gli
occhi, ora sapevo chi ero, sapevo che i maschi non mi piacevano, era
una cosa innaturale per me, non mi piacevano, non volevo neanche
sfiorarli, ero rinata in qualcos’altro, nella mia vera me stessa,
sapevo cos’ero ma non potevo urlarlo al mondo!
Non
potevo più stare nel mio paese d’origine, le voci correvano troppo
veloci, finito le superiori mi sono trasferita in una grande città,
una città dove nessuno mi conosceva, potevo essere me stessa, potevo
riscoprirmi grazie al più totale anonimato, potevo vivere la mia
vita, i miei genitori non hanno mai capito il mio voler cambiare
tutto, deduco che non lo capiscono ancora, città nuova vita nuova,
mi sono adeguata alla vita metropolitana, uscivo la sera senza
divertirmi, bevevo nei week end e poi frequentavo le lezioni durante
la settimana, ed ero anche brava in ciò che facevo, tutti i vari
esami superati a pieni voti, studiavo e cercavo una posizione precisa
nel mondo, fu un volantino a farmi capire che ciò che sentivo io non
era isolato, una festa per sole donne!
L’appartamento
non era molto luminato, mi sentivo a disagio con il mio vestito che
sembrava uscito dal baule di mia nonna, non mi sentivo propriamente a
mio agio, a differenza di tutte le altre ragazze, mi sentivo una
mosca bianca e poi m’appare davanti agli occhi due ragazze che si
baciano con una naturalezza che ha dell’incredibile, si baciano
come se fosse la cosa più naturale del mondo, ingollo il mio
presunto aperitivo, ne ingollo un altro per darmi coraggio, respiro e
inspiro… il rossore del primo momento sparisce e cerco di
“socializzare” con qualcuna, non ci riesco, faccio da carta da
parati per un tempo indefinito, nonostante il mio benessere nella
scoperta di non essere sola, mi sento a disagio, sto qua attaccata ad
una parete con un bicchiere vuoto in mano e guardo la sala gremita da
ragazze che stanno bene nell’essere loro stesse!
“Fumi?”
Una
voce mi fa trasalire dal mio torpore nella mia scoperta!
“Scusa?”
“Ho
detto fumi?”
“No!”
“Ok!”
No,
sto sbagliando qualcosa, un attimo, una ragazza mi ha rivolto la
parola, un attimo!
“Scusa?”
“Si!”
“Vorrei
provare!”
“Guarda
che ti stavo chiedendo se avevi una sigaretta!”
“No…
ma possiamo trovarne, basta chiedere….”
“Bella
filosofia di vita!”
Andiamo
alla ricerca di sigarette, ne troviamo, siamo su un balcone al
ventesimo piano di un palazzo a fumare, tossisco, è la mia prima
sigaretta, lei ride, mi apostrofa come una “verginella”, lei fuma
come se fumasse dalla sua nascita, io tossisco ancora un po’ e poi
ci faccio l’abitudine!
Non
so bene chi ha baciato chi, ma ad un certo punto mi ritrovo a baciare
questa ragazza, il suo alito che sa di nicotina e alcol, mi bacia
furiosamente, come se fosse il suo ultimo bacio che darà in tutta la
sua vita, io ricambio, forse ancora più furiosamente anche perché è
il mio primo vero bacio che voglio realmente dare, la serata continua
confusamente, non so cos’è successo veramente, o meglio ho dei
flash, di corpi nudi, di sudore, di urla e di quant’altro… ho
perso la mia verginità con una ragazza di cui non so niente e di cui
non so neanche il nome, ma al mattino quando mi risveglio
completamente nuda su un divano foderato di plastica e questa ragazza
senza nome affianco a me che borbotta qualcosa su un caffè e sul poi
parlare, mi fa sentire viva, sono viva!
Di
storie così ne ho avute molte durante i vari anni d’università
(che ho finito regolarmente!), dopo quella prima “storiella” da
una notte e via, ho scoperto, stranamente, che non ero sola, ma che
anzi, era tutto l’inverso, proprio nella mia facoltà ho incontrato
una donna meravigliosa, una donna che mi ha “portato sulla retta
via”, non dovevo accontentarmi di storielle da una sera e basta,
dovevo trovare l’amore, dovevo trovare la persona a cui donare
tutto il mio amore e il mio cuore, dovevo selezionare bene chi
frequentare, sono entrata in un’associazione per i diritti umani,
ho manifestato (a volte violentemente, mi sono presa anche delle
manganellate e tutto il resto!), volevo arrivata a ventitré anni di
vita che le persone come me dovevano avere gli stessi identici
diritti delle persone eterosessuali, ho lottato e molto!
La
svolta ci fu alla fine della mia carriera scolastica, stavo scrivendo
la mia tesi, la donna meravigliosa che avevo conosciuto un anno prima
della mia tesi è diventata la mia ragazza ufficiale, ho discusso la
mia tesi e lei era in prima fila ad applaudirmi, si è commossa, ha
pianto, i miei genitori, stranamente, erano a vedermi nella
discussione, mi hanno applaudito e sempre più stranamente hanno
compreso la mia sessualità e l’hanno accettata nonostante la loro
mentalità retrograda, stranamente si sono affezionati anche alla mia
compagna e sembrerebbe che vogliano più bene a lei che a me!
Mi
sono laureata nel millenovecentoottantacinque, sono passati
trent’un’anni, sto ancora insieme alla mia partner, sono felice,
sono ancora combattiva per i miei diritti, ho una vita bella, faccio
un lavoro che mi appaga, svolgo un lavoro su cui mi sono laureata,
due anni fa abbiamo avuto un figlio, concepito (ovviamente!)
all’estero e ora siamo una famiglia, lei mi ama quanto l’amo io,
sono anni che stiamo insieme, sono felice, molto, nonostante le varie
battute dei politici e delle persone, sono felice, ho scoperto il mio
vero Io e ho trovato l’amore della mia vita che non scema mai e che
ogni minuto si ricarica d’amore vero, puro e sano, amo la mia
compagna e amo il nostro figlio, amo la mia famiglia e sono felice di
amare!
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