lunedì 7 ottobre 2013

-La mia fine?-

Siamo quasi al 2014 e un esamino di coscienza me lo devo fare, ho trentatré anni, sono nato a Milano in una ridente giornata di giugno (se era ridente non lo so, sapete com’è ero appena nato e non mi sono soffermato sui svariati particolari, mi dicono che quando sono nato non piangevo, forse dormivo o forse non avevo voglia di piangere e un’infermiera mi ha schiaffeggiato per svegliarmi…. Da allora non ho più dormito in vita mia!) da genitori originari di Brescia (o meglio mia madre lo era mio padre era un meltin pot di sangue che la metà basta, un po’ trentino, un po’ lituano, un po’ catanese e un po’ bresciano, si insomma l’Italia totale!) quindi questa cosa fa di me un bresciano, un bresciano che capisce a volte il dialetto bresciano (a parte alcune parole o frasi che uso di solito fuori contesto, come certe frasi e parole toscane ma questa è un’altra storia, o meglio lo dirò dopo!), sono nato a Milano dicevo e quindi sono milanese (e non parlo il dialetto del Dudi “Tac e il gioco è fatto!”), un milanese strano, lo devo ammettere, un milanese che tifa fiorentina (ho incominciato a tifarla nel lontano 1994 solo per i colori e per Battistuta [che considero il miglior giocatore mai esistito al mondo!]!) in modo tranquillo, ovvero, se vince godo e se perde m’incazzo per qualche secondo, ne più ne meno!
I miei genitori sono terribilmente colti (come mio fratello che riesce a parlare praticamente di tutto e come fa non lo so ma ci riesce e non dice cazzate, ma cose vere!) e mentre ero nella pancia di mia madre quest’ultima leggeva “La montagna incantata” di Thomas Mann, in pratica aveva già segnato il mio percorso di vita!
Ho trentatré anni e arrivati a inizio ottobre posso vantarmi di essere un legale rappresentate, ho un commercialista, un avvocato, un fisioterapista ma soprattutto riesco a salvare il culo in extremis ai miei clienti, a parte la scrittura questa cosa dovrebbe far gonfiare il mio poco ego (non lo mai avuto un ego io!) ma non lo fa, quello è lavoro non è la mia vita, la mia vita è altro!
Amo scrivere e amo leggere (leggi anche tenermi informato su tutto e tutti a causa di mio fratello di cui la mia adorazione è all’ennesima potenza e non sono geloso di lui ma voglio essere, o meglio, avere il suo cervello!) e mi considero leggermente superiore alla massa dominante che regna sovrana oggi in Italia e coloro che considero miei pari sono pochi, anzi pochissimi!
Non voglio attaccare per l’ennesima volta l’italiano medio (la cosa mi disturba e mi da fastidio!) poiché io non lo sono e quindi non posso parlare intellettualmente di ciò che non sento mio e di cui non faccio parte, ma questo scritto è un’altra cosa, volevo parlare di me, e lo farò, giuro!
Non oggi però magari domani anche perché penso che la mia vita non sia così interessante da scrivere qualsiasi cosa, quindi accontentatevi miei bellissimi lettori di questa cosa…. 
Il domani è arrivato (poiché sto scrivendo questa cosa di notte ed è già la seconda volta che prendo in “mano” questa cosa!)!
Stavo parlando del mio amore nello scrivere e nel leggere, questo amore mi è nato leggendo “confessioni da una maschera” di Mishima per poi continuare con Trainspotting, il primo lo letto grazie a mio padre (e da lì ho letto tutto Mishima, e quando dico tutto intendo tutto tutto!), il secondo grazie a mio fratello (so che torna sempre come quando si mangia la cipolla e ritorna in bocca!) che me lo ha regalato ed è uno dei volumi a cui tengo di più al mondo (dopo l’Ulisse edito da Mondadori che ho rubato a mio padre e che amo quel volume…. Probabilmente quando morirò avrò quell’Ulisse e Trainspotting nella mia bara quando mi farò cremare!)!
Ho trentatré anni e la mia vita va bene, o meglio, va bene per quanto riguardano le faccende economiche, ovvero, posso quasi considerarmi un italiano che sta bene ma una domanda mi sorge spontanea… calcolando che tutta la mia famiglia (nessuno escluso!) è diretta verso le arti umanistiche (ovvero la letteratura e la filosofia!) perché ci siamo ritrovati a fare un lavoro che ha di base la matematica (cosa assurda è che io essendo umanista ho una cazzo di mente matematica, ovvero, riesco a fare calcoli a mente quando ogni essere umano ha bisogno della calcolatrice, e forse è per questo che sono estremamente curioso sulla fisica quantistica!)?
La risposta è semplice (e ahimè dolorosa!), con la scrittura e la mente umanista non si vive, bisogna trovarsi un lavoro diametralmente opposto all’umanismo!   
Sarebbe il mio sogno vivere di ciò che scrivo (o meglio vivere facendo il giornalista da guerra!) ma so che è irrealizzabile, nessuno (o quasi!) vive di scrittura, e dico scrittura intesa come prosa (la poesia è morta quando è morto Zanzotto ed è una cosa orribile da dire ma è così…. Si salvano poche poetesse, o meglio una!), si insomma non si vive ed è per questo che non voglio pubblicare un cazzo in vita, ciò che scrivo è comprensibile a pochi, pochissimi, scrivo difficile e faccio riferimento a libri, poesie, saggi, articoli di giornali, video musicali, canzoni, notizie da tg e da quotidiani, miei scritti antichi e quindi avrei una schiera di lettori di nicchia che magari analizzerebbero parola per parola ciò che scrivo e troverebbero chi sa cosa, mi spiace deludervi ma non metto mai messaggi sotto intesi o quant’altro, per fare un esempio in SIX e Seven (che tra le altre cose sono entrati in O’Shere!) che sono due romanzi collegati in modo pesante li uni con li altri ho scritto come stava una tipa quasi stalking verso un’altra donna che si ritrova in un manicomio e ricorda in modo frammentario il suo amore, ora, vi chiederete da dove mi è nata questa idea di parlare di una schizofrenica stalking e lesbica rinchiusa in un manicomio, semplice, da un’immagine, ovvero la raffigurazione fumettistica di Delirio creata da Gaiman, ebbene si, è nata da lì, adoravo il personaggio di Delirio e ho creato due romanzi (che ho scritto prima il suo delirio al manicomio e poi come ci è arrivata al manicomio ma Lucas insegna in questi casi!) questo per dire che io come scrittore prendo spunti e idee da troppe cose e a dirla tutta oggi o meglio questa notte mi sono rotto i coglioni di scrivere, magari domani scriverò altro, magari!    
Questa sera non ho molta voglia di scrivere e a dirla tutta non ho voglia di nulla e quando dico nulla intendo proprio il nulla, il nero assoluto senza luce ne altro, potrei scrivere per ore ma non lo farò…. Perché lo trovo inutile e fuori concetto da tutto, la mia scrittura ha già dato ciò che doveva dare e ora è solo un ombra sbiadita di ciò che era e lo dico con cognizione di causa… non ho più nulla da dire, sono arido dentro, un fottutissimo deserto per quanto riguarda la scrittura, potrei scrivere ancora ma sarebbe una presa per il culo estrema, sia per me che scrivo sia per chi mi legge…. E odio prendere per il culo le persone che mi vogliono bene, ovvero i miei lettori occasionali e non, Euridice è andata via e le mie idee rimarranno tali, solo idee, fumo nei occhi di qualcuno, ho dato qualcosa alla scrittura? Forse si, forse no ma la cosa non m’interessa, ho dato tutto me stesso alla mia scrittura e se ho taccato il cuore qualcuno ne sono felice se non ci sono riuscito bene comunque….  L’importante per me è l’avere scritto in tutti questi anni, ora non ho idee, o meglio le avrei ma non voglio scriverle e va bene così per me, come essere umano, non come scrittore, ho scritto grandi cose (e non posso dire di no!) e cazzate ma le ho scritte sempre onestamente e ora non mi va più di scrivere, magari farò altro, magari farò l’operaio o magari no, ma la mia scrittura è totalmente finita, non scriverò più e se lo farò saranno cose mie e solamente mie   che nessuno leggerà…. Ho preferito così, la mia carriera da scrittore è finita, cercherò di fare lo studioso da ora in poi…. 


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